"ma voi ultraviolet non riuscite a fare una discussione senza farne una questione di principio?"

28-29-30 luglio "letter from the room full of mirrors..."


Mi prendo una pausa forzata dalle registrazioni in settimana tornando ad indossare i panni eleganti dell'uomo d'ufficio..." è il lavoro, sempre quello, c'est la vie, e fino a quando gli uv non saranno un gruppo da 25.000 copie, come fare a lasciarlo e a sostenersi con musica e solo musica? davvero il dilemma che mi segue da anni e che come ogni dilemma difficilmente avrà una risoluzione"...e torno al vero lavoro da venerdì 28, rientrando nella "Room full of mirrors" che sa tanto di jimi Hendrix, ma effettivamente nella stanza/studio scelta per ospitare i nostri strumenti di specchi ce ne sono tanti...e sono anche uno strumento creativo in fotografia, che ho forse sfruttato fin troppo nelle foto al digitale scattate in questi giorni di studio. Room full of mirrors e con un gran bel riverbero (sarà in soffitto alto a cassettoni in legno?), che ha esaltato la resa acustica della batteria, e in modo più sottile anche le chitarre. Vedere negli specchi il moltiplicarsi delle nostre immagini crea da un lato un distacco verso le nostre persone fisicamente presenti e reali (ma siamo stati davvero là’ ad incidere? Dov’erano le nostre menti?) e dall'altro un moltiplicarsi di energie, come a sostegno degli sforzi che abbiamo profuso e dell'energia data.
Torno, dicevo, per rifare la base del pezzo più rognoso e geometrico del disco, che ad un ascolto più accurato di Gianmaria e Davide si è dimostrato mal interpretato, torno per sovraincidere qualche traccia sulle basi già incise e per finire con l'incisione delle ultime due basi (le ultime due per arrivare a 12 songs in 10 giorni), pezzi lenti, notturni, tendenzialmente "facili".
Intanto i tre giorni fuori dallo studio mi hanno riaccostato al mondo, tanto da sentire le notizie dell'ignoranza Israeliana/Libanese e la mano pesante (...sionismo è una sorta di fondamentalismo, penso, altrimenti non si giustificherebbero reazioni israeliane non da paese “civilizzato” o “evoluto”…), la legge del taglione alla base di una politica dura e repressiva, che sfocia nel massacro di bambini libanesi di Cana o nell'uccisione di osservatori ONU (non l’hanno fatto apposta, diranno…)...forse era meglio non riaprire le orecchie e lasciarle sature di musica...
Il mio modo di vivere questi tre giorni è un po' chiuso, per trovare la concentrazione soprattutto nelle sovraincisioni, nel scegliere il suono giusto per la parte, e anche per un mal di testa che rimane latente. Si parla per ore del suono di basso su take sovraincise e riprese, che esalta dannatamente i medio alti facendo sentire ogni piccola sbavatura o imprecisione di tocco, si cerca di trovare un modo di suonare più "pulito" e delicato ma non è possibile senza snaturare le parti, finendo quasi per impazzire per poi accorgersi che bastava spostare una fottuta levetta dell'amplificatore (uscita bilanciata dell'ampli direct/line) per avere un suono decisamente più morbido e meno spinto sulle alte frequenze bypassando l'equalizzazione interna, la solita pazzia da aria elettrica (o aria fritta?!?!) dei giorni di incisione. Finiamo le basi domenica (12 di 12) e con le basi finisco anche le mie parti da sovraincidere (champagne, please…). Intanto passiamo al riascolto che pare molto molto buono. Domenica (30) sera abbiamo ospiti mentre Gianmaria finisce le sue parti su un brano. Vorrei buttarmi in una jam che aspetto con voglia fino a mezzanotte ma il tempo nel riascolto scorre via da sotto i piedi mentre si ingigantisce la stanchezza mentale non lasciandocene per improvvisare. Mi voglio prendere un paio di giorni di tregua per riuscire a riascoltare il tutto con distacco e senza il velo di tensione/concentrazione/precisione che mi ha accompagnato in questi due weekend. Per capire se quella espressività che ho cercato di dare alle singole parti sia passata anche su quanto inciso o sia rimasta trattenuta sulle sei/quattro corde.
Leggendo un libro di jazz di Gianmaria scopro che Miles Davis ha inciso i quattro lp Workin'/relaxin'/steamin'/cookin'in due giorni e tutto in presa diretta. Mi chiedo quando e se sarò pronto per incisioni in presa diretta...e mentre mi entra in circolo questa domanda benedico il santo Mac e l'era dell'HD recording...

Orecchie stanche, ma so che con due/tre giorni di pausa mi renderò conto di quanto di buono (ottimo) abbiamo fatto in dieci giorni.
Dischi ascoltati in questi recording days (in macchina nei tragitti casa studio e sul lavoro):
Electric Ladyland/Jimi Hendrix Asleep In The Back/ Elbow/ Isalnds/King Crimson Hail to the Thief/ Radiohead …e altri gustosi sottofondi di Ortosonico (come lo splendido disco ECM di Luca accompagnato dall’unica birra che ci siamo concessi nelle incisioni)

Chiudo questa lettera dalla "Room full of Mirrors"

Al

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