"ma voi ultraviolet non riuscite a fare una discussione senza farne una questione di principio?"

Ho sentito una lama gemere di terrore......


“La lama soffre, non la carne. Il sangue corre sull’acciaio,
come bradipo appeso a un ramo……..le vene schizzano,
perché stufe di corporeità. Perché il
sangue non basta per legare….Allora il metallo freddo
scorre piano,sul viso, per cercare una carezza che gli provochi piacere…
….ma anche quella fa male, un taglio netto zampilla e divide….
……un taglio netto non basta, perché è la lama a soffrire,
è la lama che sanguina……. mentre una goccia,
nella mente, colma il mare…..”

Non c’è niente di meglio che suonare quando si è rilassato e in forma.
Improvvisamente quei passaggi, quelli che non ti riescono neanche
se preghi in Ucraino ,sembrano diventare facili e naturali….
…..che “trombata” ieri sera,quello strumento è veramente
eccezionale se ben “cantato”…….”cosa abbiamo fatto???!”
Non ve lo dico…….e comunque non avrei risposta da chi mi
legge…….perchè chi mi legge non vuole rispondere.
E’ strano ma questo accade anche fuori da questo Blog. Coincidenza??

Cavolo Al ,perché invece delle bacchette non mi hai portato
una Katana dal Giappone? L’avrei sicuramente torturata per bene..
….con me avrebbe sofferto più che con chiunque altro padrone…


Davide

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Prima o poi di prima chiederò a Davide di scrivere un libro. Dostoevskij scriveva di getto nella notte, inteso come oblio dell'anima, una scrittura senza mano, senza guida. "L'antica leggenda narra che il re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando quello gli cadde infine fra le mani, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l'uomo. Rigido e immobile, il demone tace; finché, costretto dal re, esce da ultimo fra stridule risa in queste parole: "Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto".

Luca